Pedrabranca. (Ceará) Brasil

mercoledì 16 marzo 2011

Italiano in Brasile

Monumento al  Parroco
Vivo in Brasile, senza tornare in Italia dal 2004.
La prima volta che giunsi qui,(sul qui e sul qua, l'accento non va),era nel gennaio 2002. Mi trovai in un altro mondo, specialmente per il fatto di essere quasi sotto l'Equatore, il clima era meraviglioso. Braghe corte e maglietta e via andare.... Vicino alla pensione,visto che tanti pensionati vengono a svernare qui, mi dissi: Magari...Perché no? Venire a vivere qui? Se sta scritto nel libro del destino, succederà.




Ero giunto qui con alcuni amici, ma presto mi defilai da questa congrega. Essi erano qui per divertirsi, si, ma con notti folli, di sesso e ancora sesso... Non che a me non interessasse ma penso di essere uno dei pochi romantici ancora esistenti, per cui divenni un lupo solitario.
Me ne andavo girando a piedi per tutti i luoghi, chiese, musei,rioni, cercando di capire le abitudini di quel popolo. Cercai di apprendere il portoghese, e sempre riuscivo a conoscere qualche Brasileira ben disposta a passare le giornate con me senza solamente Sesso Sesso.. Viaggiai verso l'interno con una di queste, e conobbi la vera realtà del Brasile. Piccole città in cui un turista era visto come una mosca bianca.
Miseria, analfabetismo, ma gente pur povera, felice. Qualche cosa si stava facendo. La Preifeitura ( il comune) nuovo, qualche negozio con parvenza di supermercato, antenna satellitare su quasi tutti i tetti, e anche qualche macchina nuova, girava per le strade scansando asini e mucche. Ecco la differenza tra la capitale e l'interno. Nella capitale Fortaleza, non manca niente. Supermercati e Farmacie, e ristoranti, aperti 24 ore, etc......E ragazze disponibili sempre... ma basta allontanarsi di pochi km, tutto cambia. Insomma, un bel giorno mi misi in viaggio con la mia amica brasileira del momento, verso il suo paese. In autobus.
Peraltro moderno con posti prenotati, poltrone tipo aereo, aria condizionata, musica o TV a scelta. Ma la angoscia mi prendeva quando guardavo fuori, per lunghe tratte non c'era niente. Solo verde e non sempre. Qualche casa isolata ogni tanto, e qualche cittadina, i cui abitanti si affollavano per vendere pannocchie di granoturco arrostito, biscotti, acqua minerale et similia. Finalmente giungemmo a Pedrabranca a circa 380 km dalla capitale. Un altro mondo. Semplice ed essenziale. Case basse unifamiliari, una diversa dall'altra. Con la porta sulla strada divisa in due come le poste dei cavalli, in cui si apre le parte superiore, e da cui ogni tanto si affacciava qualche abitante, per vedere "o strangeiro"... La mia amica e maestra di portoghese, aveva una figlia di circa sei anni, che viveva con la nonna. Essa lavorava nella capitale, e sempre aveva tanta nostalgia della sua figlioletta. Uno scricciolo tutto gambe e braccia sempre in movimento, 20 kili di piccola peste.
Aveva qualche giocattolo in un suo angolo della cucina, per terra. Mobili all'essenziale, Il bagno, un buco nel terreno nel cortile dietro casa, in terra battuta. Non dico altro. Le comprai alcuni giochi, tra cui la bambola più grande che trovai.... Rimasi un giorno dormendo nella unica Posada del luogo. Tornai nella capitale con il cuore pieno di tristezza, anche perché vedevo i lucciconi negli occhi di madre e figlia al momento dei saluti....Dimenticavo di dire che la bimba aveva un padre, ma solo biologico. Insomma non esisteva.
Che fare? Visto che il Brasile mi piaceva, ed ero vicino alla pensione, perché non emigrare colà? Tanto, per una persona che vive sola, un posto vale l'altro. In più, la vita non è cara, il clima è ottimo, essendo poco sotto l'Equatore... Incaricai la mia amica di cercare e di comprare una casa, tra l'altro rischiando parecchio visto che la conoscevo poco, e le lasciavo a disposizione i miei risparmi. Andò tutto bene.Una bella casa unifamiliare, della quale  curò anche dell'arredamento completo. Fosse stato in Italia avrei comprato si e no un box auto. Dopodiché avendo diritto a soli 90 gg. di permanenza, feci diversi viaggi tra il Brasile e l'Italia, di tre mesi in tre mesi.Ma poi il buon Dio ci fece dono di una bellissima bimba, che ora ha quasi 7 anni, e questo oltre alla gioia di essere nuovamente padre, mi dette il diritto al sospirato VISTO PERMANENTE. Fu cosi che da lupo solitario mi ritrovai con una famiglia, con due figlie,un "moglie", e nessun rimpianto per l' Italia.
Oddio, qualcosa mia manca, ma non si può avere tutto. Il primo periodo fu abbastanza difficile, vuoi per le abitudini alimentari, per la lingua, per il fuso orario,e cose del genere. Quanto alla lingua,cercai di imparare più presto possibile. Giornale e vocabolario a portata di mano, e sempre a chiedere come si diceva questo, o quello. Inoltre mi sentivo come un milanese in Sicilia, Qui parlano portoghese, ma con cadenza dialettale, e come se non bastasse, come se avessero patate in bocca. Del resto gli abitanti dello stato di Ceará, e tutti i nord estini, sono considerati i TERRONI del Brasile. Bella scelta.
la piazza dedicata ad un cantante del luogo
E così, ridendo, scherzando, sono passati gli anni senza che me ne accorgessi, ed eccomi qua. sono l' unico Italiano nel raggio di 100 km. credo. Tutti mi conoscono, e quando stetti male, dopo una mia ripresa, persone sconosciute mi chiedevano se stavo meglio..Pensa te. Quanto al resto, vi rimando ad un prossimo post, Internet premettendo. Specialmente sul cibo, e sulla alimentazione in genere.

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