Pedrabranca. (Ceará) Brasil

giovedì 30 settembre 2010

Buongiorno,mondo

WOW !!! Anche oggi è cominciato bene.
Le mucche che girano indisturbate come in India non hanno fatto in tempo a spargere la spazzatura per la via. O il camion della raccolta era in anticipo, o loro in ritardo. Non so.
Non vi meravigliate, ma qui le mucche con al seguito il vitello di turno, girano indisturbate per il paese. Con un loro passo lento ed uguale passeggiano per le vie, soffermandosi di tanto in tanto a dare una mordida  (Mordida?Ma questo è portoghese.  Morsicata? Addentata?) a qualche ciuffo di erba ed anche al Ficus Benjamin che piantai davanti a casa quando nacque Priscilla...le possino. La cosa buona è che raramente muggiscono. Solo se il vitello si attarda dietro a qualche lattina di Coca-cola. Tra l'altro molto rare, perché quasi tutto l'alluminio viene riciclato.
 Inoltre danno una scandagliata molto accurata alla spazzatura in attesa di essere raccolta. Mica come a Napoli...Viene raccolta tutti i giorni, qui. C' è anche da dire che ne produciamo molto poca. E quel poco, va agli animali. Ogni famiglia ha chi viene a raccogliere resti di cibo, per il Maiale, e per le galline. Il nostro é Pedro, che gira con un carrettino attaccato alla moto. E tanti secchi.
Quanto alla situazione sociopolitica, siamo al conto alla rovescia. Domenica ci saranno le elezioni politiche.
con la urna elettronica. Unica al mondo, credo.
Evidentemente con l'alto tasso di analfebetismo, anche di ritorno, serve l' urna in cui appare la fotografia del candidato,e solo dei numeri. Semplice.
Il voto è obbligatorio, e se per qualche ragione non si vota, ci deve essere una giustificazione plausibile, pena la perdita di alcuni diritti.
Io come straniero, non ho diritto al voto. Pazienza.

Reincarnazione.

Divertente il giochino in cui scopri chi eri in una vita precedente..
Personalmente mi piace credere che io sia vissuto altre volte
Perché nessuno, tra i fautori di questa teoria, mai parla delle loro vita futura? Praticamente come esiste il passato, esiste anche il futuro. O no?
Comunque sia, tutti coloro coinvolti in questa teoria, sempre sono convinti di essere reincarnazione di personaggi famosi...
Mai nessuno che mi racconti di essere stato un povero sfigato, magari poi morto di peste bubbonica. Commovente.
Detto questo, un giorno in particolari condizioni di spirito e di mente , mi rilassai cercando di andare a vedere quale era stata, una delle vite precedenti.
La prima "visione" che ebbi si riferiva al medio evo. Logico, e chi va a controllare la storia nei secoli bui?
Ebbene, la sfiga giá allora ci vedeva bene, ed io ero il figlio di un povero cristo.
Facevamo parte di una proprietá del signore del luogo, ( Toscana, non so perchè).
Il "signore" perse una delle tante guerre in cui si dilettava, e furono, fummo, fucemmo...bha..venduti ad un "Signore"  della Baviera di allora. (Adesso capisco perché mi piace la birra.)
Insomma, facevamo parte della attrezzatura...Altro che Marchionne..
Ebbene qui i ricordi si accavallano. Mica facile. Una vita si incrocia con l'altra, magari con un salto di qualche secolo...
Comunque adesso mi concentro nel periodo 1320-1336.
Dunque. Ero figlio di Aginulfo il fabbro.  Embé? I nomi erano quelli. Io invece mi chiamavo....cavolo, con tante reincarnazione non ricordo il nome....mi pare che fosse..Deodato  No quello era di quando ero un fraticello.
Va ben, il nome non é importante, mi verrá in mente dopo.
Fatto sta che vivevamo in un villaggio, tra le montagne, ai piedi di un castello che torreggiava lassú. Sotto tale castello scorreva un fiume  con acque gelide, e chiare, e ottime da bere etc.
L'inquinamento dei fiumi era solo agli inizi.
Tale fiume alimentava mulini, fabbriche varie, ed anche la officina del mi' babbo Aginulfo. Io aiutavo nella officina, in quanto lá, egli  costruiva oltre ad attrezzi per la agricoltura, vari tipi di armi.
Alabarde, draghignasse, coltellacci, ascie bipenni, pugnali, ed anche spade, spadoni, misericordie,  e quant'altro.
Tutto sotto ordinazione del "Signore" (Che tra l'altro, ovvio, era un gran figghio di buona donna)
E va ben. Pe finí de riccontavve ,(Tipica espressione romanesca), il villaggio comprendeva anche un piccolo monastero in cui vivevano una dozzine di monaci. Tipo "Marcellino pane e vino", solo che erano Bendettini.
Andavo tutti i giorni da loro per imparare a leggere, scrivere e far di conto, come Pinocchio, e devo dire che mi piaceva. Tra l' altro Padre  Quintilio, l'organista e musicista mi prese a benvolere, e decise di insegnarmi la musica. Chi pensa ad un qualche cosa come pedofilia, o cose del genere, si vergogni!! In parole povere uscii intatto da quelle lezioni.
Mi ragaló un tiorba, la nonna della chitarra, credo, ed imparai a suonare ed a comporre canzoni in cui anche allora, cuore faceva rima con amore.
Ero pieno di fantasia, e forse un pó all'avanguardia, comunque un bel giorno fui chiamato al castello per allietare una cena con parecchi invitati, in cui si festeggiava il compleanno della figlia. 15 anni! 
 E tra gli invitati quasi tutti erano potenziali mariti della suddetta.  Alleanze politico-economiche, sapete come è no?
Candida, si chiamava, e lascio a voi immaginare la bellezza, la grazia, la finezza che permeava tutta la sua persona. Non sto qui a perdere tempo a descriverla. Fate voi,
E, naturalmente ci innammorammo al primo sguardo. Classico.
E qui cominciarono le complicazioni. Come mettermi in contatto con lei? Come e dove incontrarla? In fondo io ero solo il figlio di Aginulfo il fabbro, e non avevo nessun diritto in quel campo. Ero di una classe moooolto inferiore.
Ma qui subentró come in tutte le favole la "nutrice", ovvero la Baby-sitter. Ella, Sofronia, questo il noma della nutrice, diventó il trait-d'union,  tra Candida e me. Per mezzo di messaggi  di tutti i tipi. La creativitá delle donne in questi casi è inesauribile. Ci faceva incontrare casualmente in chiesa, o lungo la strada che saliva al castello. E cosí tra Candida e Stercuzio, (Questo era il mio nome, mi è tornato in mente stanotte....) crebbe una passione travolgente. ( Ma  te guarda che nomi del cavolo imponevano a quei tempi.)
Finalmente,  un bel giorno in cui per una ennesima festa ero ad allietare i commensali con le mie romanze, Sofronia trovó il modo, dato che tutti erano ubriachi, a farmi salire fino alla stanza della mia amata, tremebondo ed emozionato.
Rimanemmo in silenzio a guardarci negli occhi ed io non sapevo da che parte cominciare. Nessuno mi aveva insegnato nulla in proposito. Mi sentivo goffo, con le gambe molli. Ma dentro di me scoppiava la tempesta. I nostri volti si incontrarono, per baciarci, suppongo, ma i nasi erano di impiccio.
Comunque sia a poco a poco la natura e l'istinto ci diedero una mano ....
Certo,  non arrivammo a quello che possiate pensare, ma eravamo sulla buona strada.
Improvvisamente, udimmo un tramestio fuori della stanza, ed udimmo anche la voce del padre della mia amata, arrochita dal vino.  Nascondermi, e subito. Uscii dalla finestra che dava a strapiombo sul fiume....per fortuna c' era un cornicione e mi allontanai dando il dorso alla parete.  Il vento aveva portato su quella piccola superficie, della polvere  su cui era cresciuta una pianta di rose. Striminzita e sottile, ma era lí.
Sentivo il "signore" inveire contro la figlia. Qualcuno aveva fatto la spia.  E quando si affacció alla finestra a bifora, cercó di prendermi per un braccio.  Provai ad  allontanarmi reggendomi alla pianta di rosa. Che idea stupida. A farla breve precipitai lungo il dirupo, sempre stringendo la pianta, nella mano....
E addio Stercuzio.
L' ultima visione che ebbe Candida di me, era un corpo disteso nell'acqua bassa del fiume, un sottile filo rosso che si allungava sempre piú con la corrente, e con una mano ancora stretta ad una rosa.






martedì 28 settembre 2010

L' albero amico

Se ancora non lo si è capito, amo profondamente la natura in tutte le sue manifestazioni. Vegetali, animali, e quant'altro.
La amo in modo umile e silenzioso, senza fare manifestazioni varie di protesta contro questo e quello. Proteste piú che giuste, non dico di no, ma in cui io non mi ci vedo. Vedo piuttosto una moda.
Cerco di rispettare ed amare la natura nel mio piccolo, evitando il piú possibile inquinamento, sprechi, e bla bla bla.
Ma non è di questo che volevo parlare, magari una altra volta, ma chi legge ha mai incontrato un albero amico? E' una sensazione  molto piacevole e  sublime. Non è facile ma ci si riesce. In un bosco, cercatelo, ma con sorpresa sará l'albero a chiamarvi. Non so come funzioni,  e non ho teorie in merito.
Tra tanti alberi ci sará quello giovane bisognoso di affetto, quello vecchio ed imponente pronto a dare protezione, e quello cosí cosí, a cui non gliene frega di niente di voi. Davvero.
E quando percepite quale é il vostro amico, abbracciatelo. Se siete soli nel bosco, meglio, altrimenti vi prendono per pazzo/a.
Sono sicuro che sentirete qualcosa di particolare dentro di voi. Io lo ho provato svariate volte. Puó succedere anche che  venga voglia di piangere. Ottimo. Sarete in grado di lasciare fluire la vostra stanchezza  interiore, le vostre frustazioni, e delusioni.
E non dovrete scusarvi.
Tra parentesi, perché, quando una persona piange di fronte ad altri sempre chiede scusa?  Bho!
E se potete, tornate a trovare il vostro amico albero, e vedrete che la unione sará sempre piú profonda.
E  potrete raccontare i fatti vostri, piacevoli e non, e vi sentirete capiti.
E,  cosa piú importante,  non sarete giudicati, e non riceverete consigli.
Tutto questo solo in base ade esperienze personali, che umilmente sottopongo a voi. Lungi da me il volere insegnare qualcosa a chichessia.
E poi, ovviamente, siete liberi di fare come vi pare no?
Tra l'altro posso dire che il pino, é gicherellone, Il noce ,sornione. La quercia, severa. Il faggio, come un vecchio saggio, il mandorlo come una adolescente, e via dicendo.
Che ci crediate o no.....

Cominciamo bene...

Bene mica tanto. Giá nel titolo del blog errei...Il plurale di Scheggia é SCHEGGE , e non SCHEGGIE, in base ad una regola ortografica che avevo dimenticato.
Un "lapsus calami", o, meglio visto che uso la tastiera un "lapsus digiti"?
Chiedo comunque scusa ai puristi della lingua italiana.  E meno male che ce ne sono ancora.
Per il resto tutto abbastanza bene. Il sole é regolarmente sorto, l' asino randagio che regolarmente alle 4 del mattino si mette a ragliare davanti a casa oggi non é passato.
Da alcuni giorni in cielo non vedo le famose scie chimiche di cui tutti parlano, nessuno sa dire cosa siano veramente, e nelle zone in cui non pioveva da 190 giorni circa, sta piovendo. Con calma, ma continua.
Tutto il Brasile é in fermento per le prossime elezioni politiche del  3 Ottobre, in cui si elegge anche , anzi, soprattutto il presidente della Repubblica, che nei sondaggi dovrebbe essere la Dilma.

lunedì 27 settembre 2010

Il garofano "Quasimodo"

A 13 anni, o , meglio, dai 12 ai 14 anni studiavo in un monastero benedettino "Primitiva observantia", vale a dire un luogo in cui veniva seguita alla lettera la regola di San Benedetto. (Ausculta fili mii.....),anche nella vita pratica, vale a dire : recita del breviario e delle preghiere nelle ore canoniche "giuste", come Mattutino alle  tre di notte, Laudi  alle 5, Prima, alle 8 circa, Sesta e Nona a mezzogiorno, Vespro, al tramonto, e Compieta verso le otto di sera. e buonanotte.
Il silenzio era di rigore in tutte le occasioni della giornata, salvo il periodo della ricreazione di noi ragazzi....I  Probandi. Anche noi avevamo un rigido orario  del resto abbastanza vivibile, ma rigido, come dicevo.
comunque durante la ricreazione ci recavamo nel terreno del monastero stesso, con orto frutteto, vigna, arnie (per la cera delle candele),
Lí, ognuno di noi aveva un pezzo di terra di due metri quadrati, in cui ci si divertiva a piantare qualcosa. Un gioco.  Io giá da allora ero appassionato per la natura, strappai alcuni germogli ad un garofano che stava in un vaso presso la "Madonnina" ( Una minuscola cappellina con la statua della Madonna, presso la quale, con il sale sotto le ginocchia dovevamo stare in castigo..) e li piantai nel  mio terreno....
con mia gioa ettecchirono, e cominciarono a crescere, uno in particolare. solo che non avendo un tutore, crebbe strisciano a zig zag sul terreno, ed io lo chiamai Quasimodo, ricordando il gobbo di Notre Dame.
Cresceva silenzioso e quasi vergognandosi, fino a che cominció ad inturgidirsi sulla punta per produrre il fiore. Tutti i giorni mi precipitavo a vederlo, annaffiandolo con cura,  mentalmente parlavo con lui. Fantasie di bambino.
Quando stava proprio per fare esplodere i petali, sparí. Non c 'éra piú...Tagliato alla base...
Non immaginate la frustrazione e la rabbia. Chi si era permesso di tagliare il mio garofano Quasimodo?
ebbene, il giorno lo intravidi tra altri fiori, tutto stortignaccolo, sull'altare della nostra cappella privata in cui seguivamo la S.Messa del mattino.
Quando ricevetti la comunione, parlai con Gesú...
Embé? A quella etá si parla con tanti enti. Io ad esempio parlavo ad uno Gnomo che ero convinto abitasse in un cavo di un ulivo, ed anche con una lucertola che abitava in una crepa del muro a cui davo da mangiare le mosche. Ero bravo ad acchiappare le mosche,io...
Insomma reclamai,per il fatto che non mi fosse stato chiesto nulla.
Ero felicissimo che il fiore fosse sull'altare, ma almeno chiedetelo no? Quella volta Gesú non mi rispose, ma sono convinto che ridesse sotto i baffi...
Difatti, il mio garofano Quasimodo, stortignaccolo come era, resistette pi´di tutti gli altri fiori, che dopo due o tre giorni venivano sostituiti. Lui no.  Era sempre piú rigoglioso, e si pavoneggiava con sufficienza, anche.
quando il suo ciclo naturale finí, lo recuperai dalla spazzatura, e lo nascosi in un libro.
Ancora oggi, ogni tanto lo incontro in quel lbro che sempre portai con me nel mio pregrinare per il mondo, e per quanto siano passati piú di 50 anni, per me, storto, secco, e apparentemente senza vita, é sempre il mio garofano Quasimodo  come quando, bambino pieno di fantasia, parlavo con lui....

Presentazione

Benvenuto al primo che mi legge.
Che dire? Al giorno d'oggi chi non ha un blog?
Praticamente ho passato una vita scrivere  solo per il gusto di scrivere, non aspettandomi certo la approvazione o meno di chi avrebbe letto i miei scritto. Difatti sono chiusi in una valigia polverosa che fortunosamente é arrivata dalla Italia qui, in Brasile dove ora vivo.
Vivo in Brasile senza soluzione di continuitá dal 2004, anche se é dal 2002 che bazzico il luogo. Certo, in Brasile non esiste solo Sanpaolo o Rio de Janeiro. Ci sono localitá tanto remote e perse che solo Dio sa dove sono. Io dico sempre che qui dove vivo, siamo due dita fuori dalla carta geografica .sono fatti personali che racconteró, memorie, impressioni, che spero siano gradite.
A dire il vero ho solo voglia di raccontare i fatti miei, non avendo qui molti interlocutori, e se ci sono si deve solo parlare di "futebol", o delle ultime telenovelas....
Ho ancora tanti amici in Italia, con i quali, sporadicamente, scambio qualche e-mail, ma ognuno ha da rincorre la sua vita ed i propri problemi. E poi, come sidice, lontano dagli occhi, lontani dal cuore.
Il problema é che adesso non ho idea di come fare sapere al colto e l'inclita, che sono qui, ma come ripeto  é bello scrivere per il gusto di scrivere.

Certo, mi mancano l'odore della carta e dell'inchiostro della stilografica, ma i tempi cambiano.  E poi qui posso correggere facilmente gli errori inevitabili.
Due giorni fa ho inviato un piccolo bozzetto di vita vissuta, molto breva invero, a "mente Critica" un blog che seguo da sempre.(http://www.mentecritica.com/), e con mia sorpresa lo hanno messo on line subito.
Niente di eccezionale, ma la cosa mi ha fatto rinascere la voglia di scrivere che era assopita, sepolta,sotto i piccoli problemi di tutti i giorni.
I commenti alla situazione internazionale li lascioad altri, pur interessandomi profondamente a tutto quello che succede in Italia e nel mondo. Ma giá ci sono tanti esperti....(e tanti pallonari), ma il mio principio é : Se vuoi imparare a parlare, prima impara ad ascoltare.
Vi siete mai resi conto che quando c'é un dibattito, quasi nessuno ascolta  l' altro? Pur non interrompendo, quando questo non accade, mentre l'altro parla, secondo me non ascoltano, ma stanno rimuginando cosa avrebbero detto dopo. Sempre a mio modo di vedere.
Ma posso dire che se sai ascoltare prima o poi gli astanti ti chiedono di parlare. Davvero. In Italia, vivemo a Roma e partecipavo ad infinite riunioni artistiche, o pseudotali, sociali, e quant'altro. Se, raramente, chiedevo di intervenire, era un coro in cui..Zitti...sentiamo cosa vuole dire...spesso era una cavolata spiritosa come inizio, e poi dicevo la mia.E spesso lanciavo qualche 'bomba" inattesa. Non so se ho reso l'idea.
Bene, credo che si sia inteso il senso di questo mio Blog.
Andando avanti, ho tante cose da raccontare, non ultimo di come si svolge la vita in Brasile fuori dalle grandimetropoli.
Grazie della attenzione
Taurus