Pedrabranca. (Ceará) Brasil

lunedì 27 settembre 2010

Il garofano "Quasimodo"

A 13 anni, o , meglio, dai 12 ai 14 anni studiavo in un monastero benedettino "Primitiva observantia", vale a dire un luogo in cui veniva seguita alla lettera la regola di San Benedetto. (Ausculta fili mii.....),anche nella vita pratica, vale a dire : recita del breviario e delle preghiere nelle ore canoniche "giuste", come Mattutino alle  tre di notte, Laudi  alle 5, Prima, alle 8 circa, Sesta e Nona a mezzogiorno, Vespro, al tramonto, e Compieta verso le otto di sera. e buonanotte.
Il silenzio era di rigore in tutte le occasioni della giornata, salvo il periodo della ricreazione di noi ragazzi....I  Probandi. Anche noi avevamo un rigido orario  del resto abbastanza vivibile, ma rigido, come dicevo.
comunque durante la ricreazione ci recavamo nel terreno del monastero stesso, con orto frutteto, vigna, arnie (per la cera delle candele),
Lí, ognuno di noi aveva un pezzo di terra di due metri quadrati, in cui ci si divertiva a piantare qualcosa. Un gioco.  Io giá da allora ero appassionato per la natura, strappai alcuni germogli ad un garofano che stava in un vaso presso la "Madonnina" ( Una minuscola cappellina con la statua della Madonna, presso la quale, con il sale sotto le ginocchia dovevamo stare in castigo..) e li piantai nel  mio terreno....
con mia gioa ettecchirono, e cominciarono a crescere, uno in particolare. solo che non avendo un tutore, crebbe strisciano a zig zag sul terreno, ed io lo chiamai Quasimodo, ricordando il gobbo di Notre Dame.
Cresceva silenzioso e quasi vergognandosi, fino a che cominció ad inturgidirsi sulla punta per produrre il fiore. Tutti i giorni mi precipitavo a vederlo, annaffiandolo con cura,  mentalmente parlavo con lui. Fantasie di bambino.
Quando stava proprio per fare esplodere i petali, sparí. Non c 'éra piú...Tagliato alla base...
Non immaginate la frustrazione e la rabbia. Chi si era permesso di tagliare il mio garofano Quasimodo?
ebbene, il giorno lo intravidi tra altri fiori, tutto stortignaccolo, sull'altare della nostra cappella privata in cui seguivamo la S.Messa del mattino.
Quando ricevetti la comunione, parlai con Gesú...
Embé? A quella etá si parla con tanti enti. Io ad esempio parlavo ad uno Gnomo che ero convinto abitasse in un cavo di un ulivo, ed anche con una lucertola che abitava in una crepa del muro a cui davo da mangiare le mosche. Ero bravo ad acchiappare le mosche,io...
Insomma reclamai,per il fatto che non mi fosse stato chiesto nulla.
Ero felicissimo che il fiore fosse sull'altare, ma almeno chiedetelo no? Quella volta Gesú non mi rispose, ma sono convinto che ridesse sotto i baffi...
Difatti, il mio garofano Quasimodo, stortignaccolo come era, resistette pi´di tutti gli altri fiori, che dopo due o tre giorni venivano sostituiti. Lui no.  Era sempre piú rigoglioso, e si pavoneggiava con sufficienza, anche.
quando il suo ciclo naturale finí, lo recuperai dalla spazzatura, e lo nascosi in un libro.
Ancora oggi, ogni tanto lo incontro in quel lbro che sempre portai con me nel mio pregrinare per il mondo, e per quanto siano passati piú di 50 anni, per me, storto, secco, e apparentemente senza vita, é sempre il mio garofano Quasimodo  come quando, bambino pieno di fantasia, parlavo con lui....

2 commenti:

  1. Caro Franco,
    lo sai che scrivi sempre bene? Sarebbe bello che continuassi con tanti altri episodi.
    Ti abbraccio
    labarbara

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  2. Sei sempre quel bambino di allora...

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