Pedrabranca. (Ceará) Brasil

martedì 14 giugno 2011

Povertá.

Foto dal Web
Tra i tre voti religiosi, oltre a quello di Castità, Obbedienza, vi è anche quello di POVERTÀ'.
Ma chevvordí?


Complicato riuscire ad apprendere completamente il concetto di povertà. Si può essere ricchi per tutta una serie di parametri materiali, e poveri dentro. O viceversa. Secondo me la vera povertà dovrebbe essere interiore, nel senso di non essere legati a cose materiali. Bello. Ma vallo a dire a chi non riesce ad arrivare alla fine del mese.
A me è successo spesso di non avere nulla, momentaneamente, perché mi sono sempre risollevato, per fortuna, ma in quei momenti mi sono sempre considerato il più ricco del mondo. Non avevo nulla che mi potesse essere tolto. E tanto meno quello che avevo dentro .Ma non è facile.
Ho conosciuto persone  ricche, che erano veramente povere dentro. Temevano per il futuro, pur essendo in una botte di ferro, in quanto a questo. Va ben. Sto girando e rigirando la minestra e non credo che chiunque abbia una idea della povertà, cambi il suo atteggiamento nei confronti del suo modo di vedere.
Ma volevo parlare del concetto di Povertà, come voto religioso. In poche parole non essere legati a cose materiali. L'essere umano è oltre a spirito, anche materia, per cui liberarsi dal desiderio di cose materiali, è quasi contro natura.
Ma qui andiamo alla mia esperienza monastica della mia adolescenza. Sempre, ed in qualsiasi occasione cercavano di farci rinunciare, e disprezzare qualsiasi cosa a cui eravamo affezionati. Guai a fare notare che eravamo affezionati ad una penna particolare, o altre piccole cose, fosse pure una pallina di vetro. Circa la pallina di vetro, a cui ero affezionato, un mio compagno, dietro suggerimento del Padre Prefetto, me la rubò, e frantumò con una pietra. Mille pezzi del mio cuore seguirono quella pallina.
Tutto questo per abituarmi alla Sacra Povertà. e qui vorrei raccontare la storia dell'orologio. Un giorno da uno dei miei parenti, mi fu regalato un orologio da polso.
Un orologetto da quattro soldi, di quelli che si regalano ai ragazzi il giorno della Cresima. Giustamente, mi fu subito sequestrato. Anche un mio compagno aveva avuto un orologio in dono, precedentemente, ed anche il suo era stato sequestrato. Tutto regolare.
Ma un giorno ad un altro di noi, fu regalato il solito orologetto. Siccome egli era, come si diceva allora, "nella manica" del "tutore" di noi ragazzi, ovvero, che godeva di un trattamento di privilegio, gli fu concesso di tenerlo. E quello stronzetto si pavoneggiava specialmente di fronte a noi, guardando l'ora ogni momento.
EH NO !!! Noi due non ci stammo. Era una ingiustizia troppo palese. Cominciammo a fare fronda, brontolando, e lamentandoci, anche se in modo molto discreto. Ma esistevano delatori, le spie sono dovunque, ed alla fine, dopo un sermone interminabile sul valore della povertà, ci furono restituiti gli orologi. Tutto bene? Neanche per niente.
La mente umana è subdola e diabolica, per cui tutte le mattine mi chiedeva in prestito l'orologio, per controllare il tempo della Messa, diceva, nonostante avesse un bel cipollone in un taschino della tonaca.
E si dimenticava di rendermelo. Ed era umiliante per me farmelo ridare.
A quei tempi, (era estate), la mattina presto andavamo la mare. Facevamo il bagno a 5 metri dalla riva con l'acqua solo fino all'ombelico. Quando ci stavamo rivestendo, in cima a degli scogli, reclamai il mio orologio. E fu molto divertente il fatto che egli, da lontano me lo gettò. Immaginate i salti mortali che feci per afferrarlo al volo prima che cadesse in mezzo agli scogli. Fu una cosa molto divertente, per tutti, meno che per me, naturalmente.
Da quel giorno, era sempre il solito teatro. Se io correvo verso di lui, egli si allontanava tra le risate di tutti. E me lo lanciava. Alla fine, disperato un giorno presi quella merda di orologio e lo gettai in mare. Vaffanculo lui e l'orologio. A quei tempi non sapevo questa parola, ma adesso ci sta bene.
Mi sentii liberato dalla causa di tante ansie.
Credo che in quel momento imparai davvero la povertà. Ma nello stesso momento sperai che fosse vero il fatto che esista l'inferno, e se esiste veramente, Dio ha fatto bene ad inventarlo. Gli augurai mentalmente di poter morire tra i più atroci dolori, e di finire veramente all'inferno. E nonostante io cerchi di essere caritatevole, spero vivamente che sia ancora lì, sepolto da tanti orologi roventi.

1 commento:

  1. A volte per ispirare a forza una virtu' si ispirano dei vizi.
    E' possibile che non abbiano ancora imparato la lezione ?

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