Pedrabranca. (Ceará) Brasil

sabato 16 ottobre 2010

Il chiodo.

Le piante lanciano segnali chimici, o simili?
 Secondo me ed anche secondo la scienza, SI!
Ma io intendo segnali molto piú sottili che la nostra mente capta a livello inconscio, o, meglio, di intuizione.  Nessuno ci fa caso, ma sono sicuro che almeno una volta nella vita, qualcuno di voi abbia avuto particolari sensazioni ad avvicinarsi ad un albero, od ad una piantina nel vaso sul balcone, e non se ne sia resa conto.
 
Bene.
Torno a raccontarvi di quando vivevo in un piccolo appezzamento sulle alture liguri con 52 ulivi, ed altre piante  Senza contare galline , conigli, due cani, di cui uno cieco, gatti che non so come, tutti mi regalavano, e che regolarmente sparivano (Cacciatori. I gatti mangiano  i pulcini dei fagiani !)
E va ben. Andiamo al fatto.  Diciamo che giravo molto per la campagna, per mille ragioni, ovvio. Curare l'orto, controllare le piante, una occhiata agli ulivi.
Avevo appena terminato la potatura annuale dei suddetti, ma tutte le volte che passavo vicino ad uno di essi, percepivo qualcosa di strano, o, meglio mi sentivo osservato. 
 Come se uno sconosciuto osservasse la mia nuca. Sapete no? Osservate una persona intensamente sulla nuca, e quella, prima o poi percepisce qualcosa, e si volta, o si passa una mano sul collo..
Insomma capivo che c'era qualcosa di anormale.
 Osservavo la pianta con attenzione, ma non dava segni evidenti di un qualche malessere. Mi diedi del matto, ma tutte le volte percepivo qualcosa.
Forse non le era piaciuto come la avevo potata. O forse aveva una malattia all'interno.
 Difatti, mentre gli altri ulivi buttavano rametti nuovi, neanche fossero a cottimo, l'ulivo in questione era piuttosto indietro.
Ogni giorno, forse per il fatto che eravamo entrati in sintonia, i segnali erano sempre piú forti. Cominció una ricerca minuziosa.
  Nelle radici, niente. Anzi, stava buttando dei piccoli rami proprio alla base.
 Finalmente scoprii il motivo:  UN CHIODO!.
Un chiodone di 10 cm conficcato fino alla testa, che si indovinava appena nella corteccia.
Feci una fatica boia ad estrarlo, anche perchè era ormai incorporato nel tronco. Dovetti scalpellare il legno intorno, ed effettivamente il legno intorno era marcio.
Feci una operazione chirurgica molto accurata. Riuscii ad estrarre il chiodo, scalpellai il legno intorno fino a rivedere l'alburno. Dopodiché sigillai il foro con mastice.
Ci credereste? Solo dopo pochi giorni cominció a buttare foglioline e rametti nuovi con molta forza, come se volesse ricuperare il tempo perduto.
E se adesso vi dicessi che tutte le volte che passavo vicino a lui avevo la impressione che mi strizzasse l'occhio?
Liberi di non credere

E se non credete a tutto quello che ho raccontato, ebbene, prendetevela come una piccola favola.
Ce ne sono tante....

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