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Fu egli che mi insegnò a non temerle, ed anzi essere sempre tranquillo e ben disposto nei loro confronti.
Non disturbarle inutilmente, non fare movimenti bruschi, non mettermi davanti alla entrata dell'arnia, in quanto esse tornando con il loro bottino di polline e nettare, erano stanche e se trovavano ostacoli si arrabbiavano. Mi insegnò a maneggiare la regina se e quando necessario. Mi insegnò a riconoscere i fuchi, dalle operaie, e tra queste le bottinatrici, e le altre, ovvero le nutrici, e le costruttrici dei favi. Sono tutte uguali ad uno sguardo distratto, ma hanno un comportamento diverso
. Riuscii ad assistere alla danza di una esploratrice, che spiegava alle compagne, la ubicazione di una fonte di nettare e polline. Usava il fumigatore pochissimo, ed operava senza maschera e protezioni solite. Anche io imparai ad operare senza alcuna protezione.
Certo che se decidi di levare loro il miele e la cera, si incazzano un po', ed un po' di fumo le distrae. Si dice che esse temano un incendio per cui caricano tutto il miele possibile, per poter salvare il salvabile, e non hanno tempo per fare le kamikaze, per il fatto che se usano il pungiglione è morte certa. Kamikaze appunto.
Un avvenimento emozionante era quando la colonia aveva una nuova regina, e avveniva la sciamatura.
Per fortuna facevano il glomere in uno degli alberi del frutteto. Una scatola da scarpe, uno scossone al ramo, ed avevano tutto lo sciame "in mano".
Avevamo sempre una arnia pronta, e con un rametto di rosmarino, (che non mancava per quanto il frate cuoco ne buttasse nella minestra, mannaggia a lui), piano piano, prima entravano le esploratrici, e finalmente riuscivamo a fare entrare la regina. Con un rumore di aeroplano tutto lo sciame, smetteva di volare in giro, come una nuvola, tutte cominciavano ad entrare, e mi sembrava che qualcuna reclamasse: Non spingete!! Avevamo anche già preparato sulla parte superiore dell'arnia un nutritore con sciroppo di zucchero, per far si che potessero subito mettersi al lavoro.
Tutto molto emozionante il cui ricordo è ancora vivissimo in me.
Molti anni dopo ebbi una altra felice esperienza con le api. Abitavo allora in una casa fuori dalla città, in quel di Mantova. Presso il fiume, con una distesa di campi e frutteti anche attorno alla abitazione. Lavoravo in un paesetto vicino, e specialmente d'estate, quando tornavo era ancora chiaro, e mi beavo della natura attorno a me.
Un giorno, notai che tra la finestra in vetro, e gli scuri, da una fessura. erano entrate una quindicina di api. Pensai subito: Vuoi vedere che? ..No, non è possibile...Ed invece erano le esploratrici.
Il giorno dopo udii un suono fortissimo. Era lo sciame, ed avevano scelto di installarsi proprio tra gli scuri e la finestra. A poco a poco, cominciarono a costruire il favo. A forma di cuore all'inizio. E via via continuarono a costruire.
Vivendo solo, in quella casa non dissi a nessuno quello che stava succedendo, ma la sera non vedevo l'ora di tornare a casa per vedere come procedevano i lavori. Se era buio accendevo una lampada per osservarle. Non ci facevano caso e continuavano indisturbate.
Un giorno in un momento di follia, aprii la finestra, e tutte mi volavano intorno. Avevano troppo da fare per pensare a pungermi, o forse per il mio atteggiamento così amorevole nei loro confronti, non mi considerarono un nemico,o, piú sicuramente avevano troppo da fare. Fu commovente.
Successe però che la persona che mi aveva concesso di abitare in modo gratuito in quell'immobile, decise di vendere. Dovetti abbandonare la casa, e trasferirmi altrove, in città.
Seppi poi, che i nuovi proprietari, avevano chiamato i pompieri ed una nutrita squadra di esperti, i quali mascherati come se dovessero entrare in una centrale atomica, "risanarono " l'ambiente. Ne parlò anche il quotidiano locale.
Povere le mie amiche api....
Ho iniziato ad interessarmi di api dopo aver letto "la vita segreta delle api" e devo dire che più mi documento più ne rimango affascinata.
RispondiEliminaGrazie per questi tuoi ricordi, mi piace molto leggerti.
un caro saluto
perché non mi hai mai raccontato tutte queste belle cose?
RispondiEliminaTi aspetto domani