Qui, ove vivo, in mezzo al nulla verde, nella "mata", che non é bosco, non è foresta, non è brughiera, né luogo estensivamente coltivato....Nella mata, insomma, appena fuori dalla cittá, tra i tanti animali vive anche l'ARMADILLO, che in Italia se si aveva fortuna si poteva ammirare solo in qualche giardino zoologico.
Qui lo chiamano "peba", o "tatú", non so perché, ma pare da lingua dei nativi, che hanno diverse lingue, o , meglio avevano. Si stanno estinguendo anche loro, purtroppo.
Gli Indios, intendo.
Bene. Un giorno un mio vicino mi mostró con orgoglio la sua preda: un Tatú adulto.
Bello grosso.
Mi disse che intendevano mangiarlo il sabato successivo. Alla griglia. Si dilungó anche ad elencare la bontá delle sue carni, simili al maiale, ma piú delicate.
A parte il fatto che é un animale protetto, con leggi severe, che peró, come succede ovunque, sono difficili da fare rispettare, rimasi se non inirridito, almeno perplesso.
Mi offrii di comprarlo, e dopo una breve trattativa, l'animale era in mio possesso, e si installó nel cortile dietro casa.
Nel frattempo anche io ero diventato "fuorilegge", in quanto anche la detenzione di animali selvatici, pur con tutte le attenzioni,è probita.
Gedeone, cosi lo bettezzammo, dormiva quasi tutto ilgiorno, ed era in attivitá di notte. Scavó una profonda galleria nella aiuola, ed ogni tanto ricompariva. Era' forte e veloce, per quanto goffo, e mangiava di tutto.
Prediligava i biscotti salati, ma non faceva lo schizzinoso di fronte a qualsiasi cosa commestibile.
Avevamo, tra l'altro anche un piccolo pappagallo, simile alle cocorite che in Italia si tengono in gabbia, legale almeno lui, perché comprato da un allevatore autorizzato.
Era abituato ad entrare ed uscire dalla gabbia, sempre aperta, e spesso si avventurava sul pavimento.
Mal gliene incolse....
Udimmo squittii (Squittii? non trovo altre parole) disperati, e quando accorremmo,rimaneva solo qualche piuma svolazzante per aria, come nei cartoni animati di Gatto Silvestro.
Fu una disperazione generale, con pianti e lacrime.
Che fare? Le donne di casa non ne vollero piú sapere, ed il giorno dopo, in un sacco, dopo poco piú di dieci minuti di cammino, restituii Gedeone, il Tatú assassino, alla natura. Nella "mata".
Spero solo che sia ancora vivo e libero, e che non sia finito su qualche griglia un sabato sera.
Dopotutto, mi era anche simpatico.
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